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Traduzioni brillanti e a volte smarrite

 

 

In questa pagina vorremmo esaltare il lavoro di colleghi traduttori per sottolineare la loro genialità nel trovare le parole o le frasi con le quali, partendo da una qualsiasi lingua (L1) abbiano un senso nella lingua di arrivo (L2).

Per iniziare abbiamo pensato a un film del 1974 di Mel Brooks, Frankenstein Junior. Il titolo originale è Young Frankenstein. E già dall’inizio ci chiediamo, ma perché non è stato chiamato “Il giovane Frankenstein”?.

Il film è una commedia, e quindi molto difficile da tradurre perché le battute devono rimanere tali.

Sin dall’inizio ci troviamo con il gioco di pronuncia tra Frankenstain, che è il modo corretto per pronunciare il cognome in tedesco e Frankenstin che sarebbe la pronuncia del cognome in inglese. Questo gioco di pronunce è rimasto uguale in italiano ma ovviamente non si apprezza come nella lingua originale.

Lo stesso gioco sulla pronuncia rimane quando il giovane Frankenstein incontra il suo aiutante che si presenta come Aigor e non Igor, prendendolo in giro e giocando sul fatto che in inglese la vocale “i” si può pronunciare “i” o “ai”.

Igor ha due caratteristiche fisiche, una grande gobba e lo strabismo, che faranno da spunto per altre battute.

Andando avanti con il film troviamo la famosa battuta “Lupo ululà e castello ululì”. In inglese in realtà la battuta è leggermente diversa, la ragazza dice: “werewolf” (Lupo mannaro) e Igor segnalando il bosco dice: “there wolf, there castle” (Là lupo, là castello). La trovata del traduttore in italiano è geniale.

Ancora più avanti arriviamo nella parte quando Frankenstein Junior trova il laboratorio del suo nonno insieme al suo assistente Igor. Frankenstein Junior gli chiede come ha fatto a trovare quel posto e lui in inglese gli risponde: “Call it…a hunch” che in inglese vuol dire “Ho avuto un presentimento”, ma letteralmente si traduce: “chiamalo una gobba”. Ovviamente in italiano non ha senso quindi la traduzione è:” Ho fatto un colpo gobbo”. Traduzione diversa ma che rispetta la battuta sulla gobba di Igor.

Sempre nella stessa scena, Frankenstein Junior, lamentandosi di un piccolo corto circuito, dice ad Igor: “Damm your eyes”, che tradotto letteralmente vuol dire “Dannazione ai tuoi occhi”, ma come espressione vuol dire “accidenti a te”, ma se fosse stato tradotto così si sarebbe persa la battuta sugli occhi strabici. Igor risponde: “Too late”, troppo tardi. Invece la battuta in italiano è: “Certo che hai occhio”. Igor risponde: “Modestia a parte…”. Ovviamente non siamo davanti a una traduzione letterale ma ad una traduzione che ha senso nella lingua di arrivo e che anche qui rispetta la battuta e l’inquadratura della telecamera sugli occhi di Igor.

La famosa parte quando Frankenstein Junior , aggredito dalla sua creatura, chiede aiuto per farla calmare ma non riesce a parlare, i suoi aiutanti cercano di indovinare cosa chiede dalla sua gestualità e alla fine dicono: “Said a give”, anziché “sedative”, la traduzione in italiano è: “sedadavo” anziché “sedativo”. La traduzione è perfetta considerando anche la mimica che fanno gli attori riferita al verbo “dare”.

Che dire di quando la creatura scappa dalla casa dell’eremita cieco e lui, in inglese gli offre “An espresso”, mentre che in italiano gli offre semplicemente un caffè. Qui la battuta non è stata possibile perché “espresso” nei paesi anglosassoni sottolinea la ottima qualità del caffè italiano, quindi un espresso è il migliore caffè che gli avrebbe potuto offrire.

Nel film ci sono, oltre alle battute, traduzioni di frasi idiomatiche che non sempre corrispondono nelle due lingue, come per esempio: “To be as right as rain” è stato tradotto “sano come un pesce”. Ed è la traduzione perfetta del senso della frase. Un’altra traduzione di una frase idiomatica la troviamo quando all’inizio del film, facendo una dimostrazione sul sistema nervoso in un aula universitaria Frankenstein Junior dice: ”we would collapse like a bunch of broccoli”. Letteralmente vuol dire “crolleremmo come un mucchio di broccoli”. In italiano non si crolla come un mucchio di broccoli ma come un sacco di patate! E la stranezza della traduzione è che in italiano è: “noi crolleremmo come un pezzo di stoffa bagnata”. Un’espressione un po’ strana, ma nei sottotitoli hanno scritto: “crolleremmo a terra come un sacco di patate”. Il senso è perfetto.

Chiudiamo questa pagina sottolineando il difficile lavoro, non soltanto di traduzione letterale ma di ricerca di frasi idiomatiche e di battute che abbiano senso nel contesto del film.

 

 

 

Lost in translation

 

Questa frase è diventata famosa grazie al film di Sofia Coppola del 2003 che si intitolava proprio “Lost in translation” ma in italiano aveva anche un sottotitolo: “L’amore tradotto”. Già in questa traduzione si capisce che in effetti qualcosa è andata persa nella traduzione del titolo originale perché la traduzione di “Lost in translation” sarebbe “Perso nella traduzione”, oppure “Smarrito durante la traduzione”.

Ovviamente non conosciamo le motivazioni che hanno portato i colleghi traduttori a quella scelta ma sia il titolo originale che la sua traduzione ci hanno dato lo spunto per cercare quelle frasi, battute, doppi sensi che sono frutto di una determinata lingua e di una determinata cultura e che sono impossibili da tradurre e quindi vengono persi nella traduzione.

Noi traduttori siamo molto attenti a quelle che possono essere parole o frasi che sono difficile da tradurre e quando guardiamo un film, sia in lingua originale che tradotto,  ci chiediamo: “Come sarà nell’altra lingua?” oppure “Io avrei detto così piuttosto che così!”. Ebbene sì, a volte siamo un po’ critici con il lavoro degli altri colleghi ma per noi tradurre e trovare la parola o la parafrasi giusta è una vera sfida ed è molto divertente.

Recentemente guardando una serie televisiva ci siamo trovate davanti alla parola toast, che in inglese ha la doppia accezione di  “pane tostato” e di “brindisi”. La scena si svolge durante un matrimonio quando il fratello dello sposo chiede di fare un brindisi in onore degli sposi e tira fuori dalla sua tasca un triangolino di pane tostato e, mentre i camerieri portano altri triangolini di pane tostato a tutti gli invitati, propone di fare tutti insieme un brindisi, appunto un toast.

Sapete come è stato tradotto in italiano? I traduttori hanno fatto un giro di parole facendo dire all’attore che “brindare con l’acqua non porta fortuna e la fortuna è necessaria come il pane”, a quel punto tira fuori dalla sua giacca il triangolino di pane tostato e propone di fare un brindisi, un toast.

Visto che la parola toast non ha in italiano il doppio significato che ha in inglese, i traduttori hanno cambiato un po’ tutta la frase per giustificare il fatto che il protagonista tirasse fuori un pezzettino di pane tostato e facesse il brindisi con quello.  Il risultato è perfetto.